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Marchio e grafica mostra “Gioconda De Vito”.

Un marchio è, a volte, l’armonico risultato finale fra strumenti attentamente selezionati: la direzione – in questo caso – di un concerto suonato con elementi di identità, caratteristiche e un pizzico di storia.
Per la mostra “Gioconda De Vito”, dedicata alla grande violinista martinese (Martina Franca, 1907 – Roma, 1994), abbiamo usato un carattere che fosse solido come quelle basi musicali che l’hanno resa celebre in tutto il mondo.
Ma nella presente robustezza di un font (comunque gentile nelle sue linee) volevamo inserire quell’anima musicale, quello spirito ‘invisibile’ che fosse poi la traccia grafico-melodica delle sue mirabili esecuzioni: osservando scrupolosamente lettera per lettera il suo nome, abbiamo ascoltato tra la ‘C’ e la ‘O’ la possibilità di inserire il ‘Toscano’, uno Stradivari del 1690 che nel 1953 il governo italiano decise di donarle.
Ma nel marchio abbiamo incastonato lo strumento in ‘sottrazione’, perché la sua presenza al negativo fosse allo stesso tempo una assenza, se è vero che l’artista rifiutò l’offerta affermando che un simile gioiello non potesse appartenere a una sola persona ma all’umanità intera.
E nel suono di un aneddoto che si perde nella leggenda, un’altra leggenda ha ora un marchio che ha accompagnato inviti, totem pubblicitari e locandine.